Sono nato a Milano nell’Ottobre del 1966, la città che fino ad oggi mi accoglie e mi stupisce ogni giorno. Mi diplomo in grafica pubblicitaria a metà degli anni ‘80 e fin da giovane sono affascinato dalla fotografia, che vedo come canale espressivo e di racconto. Iniziano le prime esperienze con il mondo analogico ma con la nascita del digitale, prende subito piede anche l’interesse per la carta stampata, complice anche il lavoro di creativo, inizio così a realizzare libri fotografici, i miei viaggi si traducono in diapositive impresse su album che riportano incontri ed esperienze realmente vissute. Il confronto con alcuni fotografi, che conosco nei circoli fotografici di Milano e dintorni, e la continua visione di mostre, mi stimola a mettermi in gioco e a partecipare a concorsi nazionali e regionali. La grafica delle immagini, influenzata sempre di più dalla professione di grafico, cambia però prospettiva negli ultimi anni con l’acquisto di una nuova ottica Samyang 8mm. L’evoluzione della ricerca compositiva e le linee prospettiche della fotografia ora vengono interpretate con taglio inusuale che annulla la visione complessiva delle architetture. Nasce così il progetto “Milano in 8mm” ancora in evoluzione; un lavoro di sperimentazione e di ricerca in cui le strutture, le forme degli edifici non sono più le stesse ma una combinazione grafica, di prospettive dilatate e sovradimensionate.

SOPHISTICATED SIMPLICITY “Simplicity is the ultimate sophistication,” said Leonardo Da Vinci. «Sophisticated simplicity» is a photography series focusing on the harmony of geometry and composition. Minimal urbanism is the word: shapes, colours and lines are rationalised to the point that they do not seem to belong to this world anymore. By making an over-simplified photograph, i aim to awake an emotional response by producing a unique visual experience. Elements and composition are to be kept at a minimum — it is not the photographer but the viewer’s task to expose the project’s goal. «Sophisticated simplicity» is a visual research wanting to expose and reflect on how many redundancies surround us and how they can be handled differently. “Less is more,” and in this case, fewer compositing layers means more accessing doors to a universal meaning.

La mia passione per la fotografia è nata diversi anni fa, ai tempi dell’analogico, amavo ritrarre luoghi e persone in paesi lontani, quindi si trattava soprattutto di ricordi di viaggi e di reportages. C’è stato un periodo di stacco per diversi problemi, poi ho ripreso circa 8 anni fa, curiosa di esplorare il mondo del digitale, da autodidatta come sempre, sin dagli inizi. Amo sentirmi libera, approfondisco temi e tecniche solo se mi appassionano, se scatta la scintilla. Amo da sempre l’architettura, quindi dedico ampio spazio a questo genere che mi ha dato diverse soddisfazioni con premi ricevuti in concorsi a livello internazionale. Questo genere rispecchia il mio modo di essere, il rigore geometrico, la necessità di perfezionare l’immagine in post-produzione, la possibilità di giocare con forme e volumi per evidenziarne l’armonia e la bellezza. Visito molte mostre fotografiche, leggo più libri possibile. La mia seconda passione è la fotografia umanista, quindi se possibile mi cimento nella fotografia di strada. Credo che sia davvero interessante cogliere attimi di vita con spontaneità, evidenziando stati d’animo e atteggiamenti. Non amo fotografie in posa o costruite, così come le elaborazioni eccessive. Le limitazioni imposte dalla pandemia mi hanno costretto ultimamente a ripiegare sugli spazi all’aperto, dove poter osservare la natura. Il mio amore per gli animali mi spinge ad osservarne il comportamento, cerco di ritrarli in atteggiamenti inconsueti o di evidenziarne la bellezza attravero i colori e i dettagli, soprattutto nei close-up su sfondo nero. Vedo quindi la fotografia come uno strumento per esprimere la mia visione della vita e del mondo, che rispecchi la mia vita interiore. Credo che sia estremamente vero affermare che attraverso la fotografia si possa esprimere tutto ciò che nell’arco della nostra vita ci ha arricchito interiormente: i libri che abbiamo letto, le opere d’arte che abbiamo amato, i viaggi che abbiamo intrapreso, i sentimenti che abbiamo provato.

Se stai leggendo la mia descrizione vuol dire che forse una foto ti ha "toccato" e stai cercando di capire chi sono... Sono un fotografo che vive fra Milano e Sondrio, principalmente scatto nell'ambiente alpino, anche se amo scoprire e riscoprire le bellezze della città che mi ospita. Ho una passione smodata per il bianco e nero, forse per via dell'altra mia passione: il pianoforte. Vabbè non mi dilungo, spero che il mio lavoro Vi colpisca nel cuore, passando dagli occhi.

Mi chiamo Giada Calamida e amo la fotografia. Sono autodidatta e scatto in modo del tutto libero e istintivo, cerco di migliorarmi leggendo, frequentando workshop e sperimentando tanto. La figura umana mi ha sempre attratto e forse è per questo che oltre al ritratto, amo la street photography e il reportage che mi regalano innumerevoli spunti per raccontare storie. Nella mia presentazione su Instagram ho scritto che amo osservare il mondo e catturare tutto ciò che posso, ed è vero, sono un po' una bulimica della fotografia che resta un incredibile risorsa mi dà stimoli nuovi e mi fa stare bene.

Ho amato il disegno fin da piccolissima perché mi faceva osservare in modo meticoloso ciò che non vedevo a prima vista.. e poi potevo esprimere qualsiasi emozione dando spazio alla fantasia. La mia formazione è stata inevitabilmente di tipo artistico e mi sono affacciata nel mondo del lavoro occupandomi di arredamento d’interni prima nel civile poi nel settore nautico . Proprio grazie a dei viaggi di lavoro ho scoperto il piacere del click e con Ugo (la mia Canon)ho fatto le prime esperienze fotografiche per poi partecipare a workshop e letture, dove senza avere il coraggio di espormi ,vedevo scorrere decine di foto. Ho ascoltato e approfondito, letto e incontrato Maestri, poi partecipato a concorsi... Nel tempo ho apprezzato la potenza delle nuove tecnologie scoprendo che potevo elaborare i miei scatti come facevo tanto tempo prima con colori e pennelli e questo mi ha permesso di entrare in un altra dimensione per ricreare la realtà si, ma anche per modificarla ,filtrarla, arricchendola di sensazioni e soprattutto significato. Ricerco sempre la bellezza come ‘ armonia delle imperfezioni ’ e oggi penso che nonostante le esperienze ed i cambiamenti di rotta , è la primitiva passione che torna.. sempre!